giovedì 14 giugno 2012

Metti una sera

Eccomi qui. Dopo un lungo viaggio (Roma-Dubai e Dubai-Bangkok), durante il quale non ho chiuso occhio, circondata in aereo da gente che ronfava di sana pianta in posizioni impossibili, arrivo in città.  Ho trovato il mio autista che mi aspettava, un tipo dalla guida sportiva.

vi fidereste di questo autista? bah
L'effetto, uscita dall'aeroporto, è il grande classico di Bangkok: sensazione di entrare in un forno acceso, umido però. Ci saranno stati forse 36-38 gradi ma se ne percepiscono una 45ina, più o meno. Come al solito, per me, il problema non è il caldo ma l'aria condizionata feroce che in qualunque luogo chiuso viene tenuta a 18-20 gradi, stile cella frigorifera. Ottimo per persone magari obese o in menopausa, ma per chi non lo è si tratta di un azzardo continuo  e di raffreddori e mal di gola sempre in agguato.

dall'aeroporto, lungo la strada
dall'aeroporto, lungo la strada










L'hotel è carino, semplice, con un bel giardino, in una strada tranquilla, non troppo lontano dal Palazzo reale. Ho incontrato Singhji ed è stata una festa: solo sei mesi fa ci eravamo salutati a Delhi ed eccoci di nuovo qui, pronti a ripartire per nuove strade.

la mia stanza
Cotta dal sonno, mi sono buttata sul letto previa doccia e mi sono risvegliata alle nove, completamente stordita. Qui la cucina era chiusa e mentre stavo per uscire a procacciarmi del cibo in qualche food stall, in qualche bancarella qui intorno (che bello, sono tutte all'aperto, niente aria condizionata!) incontro Singhji che pensa bene di portarmi invece in un ristorantino buono dietro l'angolo. Bene, andiamo. Lui ha già mangiato e deve andare a prendere altri ospiti, dunque mi lascia lì dopo aver specificato ai camerieri che sono vegetariana, dunque niente salse di pesce e ostriche e men che mai altro.

Scena successiva: io seduta in questo posto pieno di luci psichedeliche, foto di qualche alta carica tailandese, candele e lumicini, con una musica assordante dal momento che alcuni avventori si stavano dedicando con autentico fervore al karaoke. Canzoni thai, ovviamente.
Dopo circa venti minuti, il cameriere, avendo capito tutto in quel putiferio, mi porta un piatto di noodles inzeppati di gamberetti e pollo. Un po' come se a un onnivoro portassero un piatto infarcito di blatte e pezzi di coccodrillo. Ho chiesto cortesemente di cambiare il piatto e dopo altri venti minuti è arrivata la versione vegetale, piccante in maniera demoniaca.
Il tutto con sottofondo di smielatissime canzoni di musica leggera contemporanea thai, cantate stonate dai giovanotti indigeni. A un certo punto, stanca per l'attesa, mi sono messa pure io a canticchiare, subito è arrivato un microfono e via con voce baritonale lallallalaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ruaaaaaaaaaaaaaaruaruaaaaaaaaaaaaaaaaa gngngngnngnngnnnnggggggggggggnnnnnnnnn!

Ho salutato i compagni di merenda, contenti del fuori programma, e me ne sono tornata qui, sperando di dormire secondo parametri thailandesi per non scombussolare la giornata di domani. Sono indecisa se andare per massaggi o se gironzolare nei mercatini qui intorno, vediamo....

2 commenti:

  1. Quando torni canti qualcosa anche a noi in thai????

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  2. cioé, sei andata fino in Thailandia a cantare canzoni di Gigi Thailessio???? Oltretutto da baritono! Chissà cosa pensa di te il povero Singhji. Scherzi a parte ... vogliamo vedere il Laos!!!!!

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