giovedì 28 giugno 2012

Nei dintorni della Plan of Jars

Ammetto che da quanto avevo letto mi aspettavo qualcosa di più clamoroso al cospetto della Piana delle giare. In realtà - soprattutto noi italiani e aggiungerei noi romani, almeno come nel mio caso di adozione - siamo troppo abituati a fantasmagorici siti archeologici (vogliamo pensare a Ostia Antica o a Pompei?) che qualche giara qua e là ci fa poco effetto. Ma è il contesto che è interessante in realtà. Sia la questione bombe con relativi crateri tra una giara e l'altra, sia il fatto che non si possa camminare fuori sentiero perchè è infestato di mine tutto intorno, sia perchè il paesaggio circostante è meraviglioso. Ecco alcune immagini che come di consueto in fotografia, almeno con la mia modesta macchinina fotografica, non rendono al loro meglio:







Plan of Jars

Siamo partiti in giornata da Phonsavan per un giro alla Plan of Jars (PdJ). Nonostante i bombardamenti,  è stupefacente che la maggior parte delle giare sia rimasta nel suo stato primitivo.Quanto alle giare, rimane il mistero su cosa ci facessero tante giare nello stesso posto e a cosa servissero, ci sono molte illazioni in giro, al momento niente di certo.

cratere provocato da una bomba









mercoledì 27 giugno 2012

Lungo la Route 13


Il lungo viaggio per Phonsavan

Si riparte, qesta volta per Phonsavan e sarà un viaggio lunghissimo, su montagne e relativi incessanti tornanti, sulla famosa route 13, che porta dalla Cambogia alla Cina. Lo spettacolo del panorama intorno però ripaga della fatica. Vi posto immagini on the road e dei villaggi presso i quali abbiamo fatto qualche sosta...

Villaggio Lao Soung

foto di Nancy











altri villaggi e altri panorami lungo la route 13








martedì 26 giugno 2012

Ban Vieng Samai

Si Riparte dalla capitale e torniamo a percorrere le strade che  ci portano nei villaggi. La prossima tappa è il Ban Vieng Samai (Ban significa villaggio in lingua lao).
Il nostro resort ha una splendida terrazza sul fiume, il Nam Song, e le nostre casette di legno hanno un tocco davvero esotico, immerse nella vegetazione lussureggiante.





Dopo aver viaggiato fino all'ora di pranzo, arriviamo dunque al resort e subito dopo pranzo ci cambiamo e partiamo per un giro di rafting sul fiume. Purtroppo anche qui non ci sono testimonianze perchè non ho portato la macchina fotografica, ma i solerti compagni di viaggio ne hanno fatte una marea, spero me ne mandino alcune al più presto.
Tanto per cambiare ci ha sorpreso una pioggia torrenziale e ci siamo dovuti fermare, cogliendo l'occasione di andare a visitare l'ennesima Buddha Cave e i dintorni. Poi chi ha voluto ha continuato in canotto, io e altri quattro eravamo talmente zuppi che poco eroicamente abbiamo pensato bene di andarcene per la nostra strada, ovvero al resort.

La sera, delle ragazze del villaggio accompagnate dal loro maestro ci hanno offerto uno spettacolo di danze tipiche del territorio, il tutto accompagnato da fiumi di birra Lao, immancabile, e le ennesime delizie gastromiche.

foto di Nancy

foto di Nancy

lunedì 25 giugno 2012

Ancora un tempio, a Vientiane





Mangiare a Vientiane

Apriamo una parentesi sul cibo. Sto sperimentando cibo davvero delizioso con punte di eccellenza forse mai incontrate. Già vi avevo parlato della cena l'ultima sera a Bangkok, in quella casa privata tutta in tek scuro, dove abbiamo degustato piatti meravigliosi. Un'altra ottima esperienza è stata quella al ristorante Macphet di Vientiane. Purtroppo non ho avuto la prontezza di fotografare tutti i piatti, ma il cibo era letteralmente divino. Raffinato, dalle mille sfumature di gusto, ottimamente presentato.

Mi verrebbe da dire: se vi trovate da quelle parti non potete mancare di andarci. Ma il problema è un altro. Questo ristorante non è ne' vegetariano ne' vegan, ma - avendo io la fortuna di viaggiare con VegVoyages . il nostro boss era perennemente occupato a procurarci il miglior cibo vegan in qualunque posto ci trovassimo: dalle campagne più sperdute ai centri urbani. Senza di lui sarebbe stato davvero difficile procurarsi del cibo vegan, avremmo dovuto cibarci di riso bianco e frutta. Infatti i laotiani usano al posto del sale un estratto di pesce secco e lo mettono dappertutto, naturalmente sostituibile facilmente con la salsa di soia, ma quella è la loro tradizione.
E inoltre sono dei gran carnivori, praticamente ossessionati dalle galline in particolare. 

uno dei piatti superstiti 

l'insegna 
Del resto, a Vientiane ci sono ristoranti con cucine di svariate parti del mondo. Una sera in quattro persone abbiamo pensato male di cambiare aria e mangiare falafel e hummus, tanto per cambiare, e siamo andati in un ristorante turco segnalato dalla Lonely Planet. Sarà mia premura scrivere quanto prima alla guida chiedendo di rimuovere quel ristorante dalla lista perè la roba era letteralmente immangiabile, a meno che per gli americani non sia una questione di gusti e trovino mirabilante quella spazzatura...

Un'altra esperienza notevole dal punto di vista gastronomico è stata quella dei due breakfast presso uno degli storici locali vegetariani di Vientiane, gestito da una bella signora, amica da tanti anni di Zac, il nostro amico di VegVoyages. Ci ha allestito un buffet pazzesco di ogni tipo di delizia, dolce e salata,  e non si voleva più andare via. Tutti giù a mangiare come se non ci fosse un domani. Tremo all'idea di un confronto con la bilancia dopo tutto ciò...




Una mattina siamo andati invece al vecchio mercato, presso un altro tipico ristorantino vegetariano, molto "vintage" (sul serio, non per moda) dove abbiamo fatto colazione ancora una volta nello stile lao, con noodles in brodo, verdure pastellate, curries,tofu in varie versioni, etc.etc. Impossibile ricordare tutte le leccornie!



prezzi contenutissimi

la dea che protegge i vegetariani, spesso presente nei locali veg